Libri del mese
Sette racconti di viaggio ed altrettanti itinerari in una delle regioni più suggestive e sacre del pianeta, con una guida d’eccezione come Jacques Vigne. Medico psichiatra, ricercatore, maestro di meditazione, per la prima volta, e per il pubblico italiano, raccoglie in un libro le sue esperienze di viaggiatore e di guida sui sentieri himalayani..
Perché abbiamo bisogno del comico e dell’assurdo? Da dove viene l’interesse per una forma poetica così poco convenzionale come il nonsense? Andare oltre il pensiero razionale, accogliere il senso nudo dell’esistenza ha un effetto liberatorio, salvifico, persino gioioso.
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Ricordo di Raimon Panikkar |
Scritto da Michela Bianchi | |||
Venerdì 27 Agosto 2010 00:00 | |||
Non ci possono essere che le sue parole per ricordare Raimon Panikkar (3 novembre 1918 - 26 agosto 2010) e il tempo e la gioia del cammino che ho avuto il dono di compiere con lui. E riprendendo il suo invito, espresso nel prologo al Dialogo Gandhi Einstein, "tocca a noi ora ascoltare bene, qualsiasi altra parola è superflua". Michela Bianchi (Foto di Michela Bianchi, scattata durante un incontro in Spagna) «"Conosci te stesso", diceva il frontespizio del tempio di Delfi. La frase poteva venire solo da un Dio. L'imperativo suppone che chi parla sappia che l'uomo non si conosce. Ma solo un Dio sa che il comandamento è impossibile. Il conscente diventerebbe conosciuto [...]. Sarebbe la morte dell'uomo. L'auto-onniscenza rappresenterebbe la distruzione della condizione umana e la perdita dell'identità dell'uomo, proprio con se stesso. Se io sapessi tutto di me, se fossi trasparente a me stesso, se fossi come un angelo, se nessun motivo delle mie azioni mi fosse sconosciuto, se nulla di ciò che sono mi fosse oscuro, la mia vita non avrebbe rischio, non ci sarebbe nulla che mi sorprenderebbe, nulla che mi avvicerebbe, e che mi colmerebbe di stupore. Conoscendomi per quello che sono, avendo il mio essere nella mia mente, sapendo tutto quello che mi appartiene, né il futuro mi rivelerebbe nulla, né la vita mi mostrerebbe qualcosa di nuovo. Non avrei libertà.» «Il non saper vivere nell'insicurezza, e nel rischio, dimostra mancanza di maturità spirituale e di profondità intellettuale. Occorre certezza e sicurezza per una conoscenza scientifica, ma non per una vita pienamente umana. La vita, anche quella intellettuale, è un'esperienza sempre sorprendente e nuova, come un'avventura ancora da vivere.» da La nuova innocenza, Servitium 1996. «Tutto nella vita è un gioco e la fede consiste nello scoprirlo, realizzando che non vi è nulla di definitivo, eccetto lo stesso passo di danza con il quale torniamo nel seno della divinità dalla quale eravamo partiti.» Condividi - Share!
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